In riferimento alla penosa e squallida vicenda dei Giochi del Mediterraneo vi riporto un'articolo de "Il Messaggero" del 23/11.
Il mio invito per tutti è quello di ricordarvi i nomi dei politici che stanno caratterizzando questa farsa.
Si sarà molto importante ricordarsi di loro alle prossime elezioni politiche e comunali di Pescara (peccato che non si vota alla regione), spero in uno scatto di orgoglio dei pescaresi di qualunque colore politico, che permetta loro di mettere avanti l'amore per la propria città prima delle cosiddette "ideologie", per tirare un bel calcio nel "C" a questi buffoni che stanno utilizzando la nostra città solo per i loro affarucci.
RICORDATEVI I LORO NOMI!!!
PESCARA - "Non posso accettare gli insulti": si è dimesso ieri pomeriggio Gianni Petrucci da vicepresidente del comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo e la sua decisione dovrà essere ratificata oggi dal consiglio nazionale del Coni. "Queste dimissioni hanno un significato politico preciso, non posso accettare gli insulti perchè quando Pescara ha vinto si sapeva quale era il valore dei Giochi. Mi dispiace molto, una decisione sofferta perchè ritengo che questa manifestazione sia un avvenimento sportivo importante per Pescara e il Paese intero. E' evidente che sono stato influenzato nella decisione dalle dichiarazioni fatte sull'importanza dei Giochi". Ce l'ha con Del Turco il presidente del Coni, giochi clandestini li aveva definiti il governatore sfidando gli abruzzesi a citare a memoria uno ma solo uno dei vincitori di Almeria, sicuro che nessuno avesse visto un minuto di trasmissione (ma forse Del Turco non vede Eurosport). Un'offesa insomma, soprattutto per gli sportivi. E spiegando la sua decisione alla giunta nazionale del Coni Petrucci ha incaricato il segretario Raffaele Pagnozzi di verificare se esistono ancora le condizioni perchè i Giochi restino a Pescara. Si fa strada l'ipotesi Patrasso insomma, anche se le minacce annunciate sono in genere come le dimissioni: si fanno perchè vengano revocate di fronte a un plateale mea culpa. Le aveva annunciate sabato a Pescara, ignaro del motto degasperiano che le dimissioni non si annunciano ma si danno, e forse ci avrebbe ripensato Gianni Petrucci se non fosse successo il patatrac proprio lunedì verso le sei di sera: un dispaccio Ansa riferisce che Del Turco e D'Alfonso in un'intervista a "Il Centro" propongono un commissario per i Giochi del Mediterraneo a cui danno già un nome e un cognome, Mario Pescante sottosegretario allo Sport. Su questo accordo Del Turco e D'Alfonso che fino a dieci giorni fa se ne erano dette di tutti i colori, siglano la pace su Pescara 2009. E su Palazzo di città si scatena il finimondo: D'Alfonso finisce nel tritacarne è lui che viene accusato di tradimento da Aracu per primo, ma telefonate arrivano da Roma e da tutto l'Abruzzo, il Coni soprattutto è infuriato e non a caso Aracu è una sua creatura. La serata a Palazzo di città trascorre nel tentare di mettere le pezze, "un'idea di Del Turco" strilla al telefono il primo cittadino: ma ieri mattina la lettura del quotidiano conferma le indiscrezioni dell'Ansa, Pescante perchè no dice D'Alfonso.
E se da una parte si schiera con Del Turco condividendo in pieno la necessità di un commissario per Sabatino Aracu, alla notizia delle dimissioni di Petrucci, Palazzo di città mette in scena lo scivola e casca: in serata D'Alfonso si dice "molto dispiaciuto, anche se comprendo le sue ragioni", modo molto democristiano per dire ciò che poi fa dire con le stesse parole ma in modo più esplicito al suo assessore Rudy D'Amico e a tutta Italia dei Valori, "non è difficile comprendere le ragioni di Petrucci: le dichiarazioni incomprensibili del Presidente della Regione che hanno denigrato il valore stesso dei Giochi, offendendo così una manifestazione con 55 anni di storia", e preso dalla foga D'Alfonso-D'Amico aggiunge che "questa nuova giunta regionale si sta caratterizzando più per i danni che provoca al nostro territorio che per iniziative positive. Non era certo questo il cambiamento che volevamo quando li abbiamo votati e portati al governo dell'Abruzzo". Insomma un bell'affondo.
Ambiguità, giochi politici, sfide personali e corse pre-elettorali: c'è di tutto nello shaker di Pescara 2009 che d'altronde nasce sotto la stella delle minacce. E' monsieur Addadi presidente del Cijm ad inaugurare la serie agitando per primo il fantasma dello scippo, niente villaggio niente Giochi, seguito a ruota da Petrucci Pagnozzi Aracu. Minacce ad orologeria, telefonate pilotate, bravo bis su commissione proclami giornalistici e fucili puntati, è questa Pescara 2009 in cui forse l'unico imprevisto è rappresentato da Del Turco e dal suo no ai Giochi. In questa monotona telenovela si inserisce ieri mattina la telefonata di Addadi riferita da Sabatino Aracu: il presidente del Cijm che soltanto due giorni fa si era detto deluso dalle liti e minacciava di nuovo di sfilare i Giochi a Pescara, ieri improvvisamente cambia idea e si dichiara "soddisfatto per i fondi del governo e l'iter del villaggio", strano perchè da sabato ad oggi
nulla è cambiato.
Ci pensa comunque Mario Pescante alla fine di tutto a tirarli fuori dall'impaccio affondando per sempre l'ipotesi del tutore, ma quale garante quale commissario, "io al massimo posso dare qualche consiglio" e di soldi manco a parlarne. "Quello che posso fare, è mettere a disposizione fino ai giochi del Mediterraneo la mia modesta qualità di "moral suasion", solo perchè ci tengo che l'Abruzzo non perda questa occasione, altrimenti da abruzzese orgoglioso diventerei un abruzzese pentito. Ma se il problema sono i fondi, intesi come cassa, ho la sensazione che in questo momento in cui sto cercando ancora soldi per Torino 2006, non avrei grande successo".
E d'altronde lo stesso Aracu mordendosi la lingua aveva affondato poco prima l'ipotesi del commissario: "Un garante per i fondi già ce l'abbiamo ed è Gianni Letta, un garante che ci assicuri che i Giochi si faranno c'è e sono io". Dice solo Aracu che vorrebbe vedere "meno giochetti e più Giochi", allude ai due galli nel pollaio naturalmente, "vedo tanta gente che chiacchiera e poca che lavora". Legittimo chiedere più soldi concede il presidente del Comitato organizzatore, fa bene il governatore: "Solo che sbaglia: come si fa a chiedere più soldi al governo dicendo che è un evento-bluff? Se vuoi vendere una saponetta devi dire che è profumata".
Niente da fare, Del Turco ha il naso turato e ribadisce il suo no ai Giochi, "la priorità per la Regione è il lavoro". Hai voglia a strepitare, D'Alfonso.